Abbiamo scelto questo nome per ricordare un antico mestiere genovese, per molti sconosciuto o dimenticato: un pezzo di storia della nostra Città.
Dal basso medioevo e fino al 1960 nel Porto di Genova c’erano i “cadrai”, parola derivante da calderaio, artigiano che costruisce caldaie e altri recipienti di rame, come i grossi pentoloni usati per cuocere il minestrone.
I ristoratori, chiamati appunto Cadrai, su chiatte e gozzi dovevano accostarsi ai bastimenti appena giunti e ancorati alla fonda, per vendere vivande e vino ai marinai affamati e stanchi per i viaggi interminabili.
Ma vendevano soprattutto il tipico minestrone genovese, ancora caldo e fumante, che da grossi paioli di rame veniva versato nelle tipiche pentole di terraglia con due manici ai lati, che venivano messe in cesti di paglia e issate sulle navi.
Quando le grossi navi attraccavano, si sentiva urlare: “Cadrai, cadrai, gh’emmo ‘n minestron speçiale!”.
Inoltre, i cadrai fornivano anche altre specialità genovesi: stokke, fugassa, torte, savuie, fainâ, caffè e quarche bottiggia de gianco de Conn-â.
Pensate che dal 1895 al 1900, periodo di maggior fulgore dell’attività, risulta la presenza di circa 40 chiatte e gozzi da “cadrai”. Un mestiere unico e affascinante.
Si può dire proprio che i Cadrai siano stati i precursori della “consegna a domicilio” anticipando di gran lunga un servizio che oggi è diventato essenziale!